Quando si dice Antonello Venditti si pensa subito a Roma e al suo legame con la capitale, e anche al suo sodalizio con Francesco De Gregori e al loro esordio al Folkstudio; quando si dice Antonello Venditti si pensa poi al suo canto urlato e liberatorio e al suo pianoforte sulla spalla. Estroverso nell’impegno e nella polemica, diretto e sentimentale nel cantare l’amore, Venditti ha vissuto tra gli anni Ottanta e Novanta una stagione di grandissima popolarità in tutta Italia. Le sue canzoni erano e sono amatissime, il suo Roma Capoccia è diventato addirittura un inno della città.

Ai suoi concerti fuori dalla capitale i cartelli dei fan non mostrano il suo viso ma lo 06, il prefisso telefonico di Roma.

Il suo primo grande successo arriva nel 1975 con Lilly e a seguirlo l’amatissimo Sotto il segno dei pesci e quel “bomba o non bomba” capace davvero di trascinare le folle. Subito dopo, agli inizi degli anni Ottanta, ecco la svolta pop, con canzoni più leggere, intime, che parlano di sentimenti, quotidianità, civiltà urbana e borghese. La critica sembra rimproverare a Venditti questa strada più commerciale ma il pubblico lo premia con vendite altissime e primi posti in Hit parade.
Con l’amico e nemico de Gregori è tornato a cantare nel 2003 nell’album: “Che fantastica storia è la vita”: ma è stato solo un momento di bilanci per ripartire subito dopo ancora con altri successi, altri album, altre storie da raccontare, altri amori da vivere sognare e dimenticare!