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TICKET TO RIDE: Ekat Bork

  • Andato in onda:07/10/2017
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      Ekat Bork è nata poco più di un paio di decenni fa in Siberia orientale. In quell’Estremo Oriente più est della Cina stessa e a settentrione della Corea del Nord c’è una striscia di territorio russo, un vero e proprio “Far East” dell’immensa Siberia, un litorale che si apre sul Mare del Giappone proprio di fronte alle isole dell’arcipelago nipponico. Proprio qui, in questa parte lontanissima ed estrema della cosiddetta Eurasia, nella cittadina di Ussurijsk, a due passi da Vladivostok, la San Francisco della Russia che ha dato i natali anche al mitico Yul Brynner, è nata e ha vissuto fino a dieci anni fa Ekat Bork, la musicista e cantante autrice di Veramellious.

      A sedici anni, la giovanissima Ekaterina Borkova decide di lasciare la sua famiglia per partire alla volta di San Pietroburgo. Nell’antica Capitale degli Zar, Ekat sopravvive per un periodo come artista di strada e dopo un lungo viaggio, intenso, ricco di avventure e di incontri approda nel 2007 nella Svizzera italiana, nel Ticino, dove vive tuttora. Qui la Bork scopre e arricchisce la sua vera identità musicale, quell’ambiente sonoro tra rock e elettronica introspettiva che oggi con il nuovo album YASДYES perfeziona e articola dopo l’esordio sognante, favolesco e catartico di Veramellious del 2013.

      Chiaro e scuro, dolce e tagliente sono le facce della stessa medaglia della personalità e della musica di Ekat Bork. Tanto dolce e piacevole è Ekat nel suo modo di porsi, di raccontarsi e di presentarsi con quel divertente e tenero accento con cui parla (molto bene) l’italiano, quanto dark e oscuro è il suo nuovo album YASДYES appunto, che tradotto dal russo significa “Io sono qui adesso”. Un questo live registrato al Living Room di Lugano l'8 ottobre dello scorso anno, Ekat Bork presenta per la sua prima volta questo suo sorprendente disco. Il dark side di Ekat, il lato oscuro della musa di ghiaccio siberiana. L’altra metà della luna di una donna, di un’artista adrenalinica e allegra, ma allo stesso tempo complessa e cupa. Musica elettronica, ricca di synth, sonorità digitali, ritmiche drum and bass e dub che ricordano quelle di un’altra icona nordica come l’algida Björk simile (ma non uguale, per carità) perfino nel cognome o Laurie Anderson, la performer musa e sposa del grandissimo Lou Reed. Un’anima rock anche, che tra macchine pulsanti, percussioni e chitarre richiama a tratti alla mente anche un altro mito femminile inarrivabile: Pj Harvey.

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      Riduci
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